Giuseppe - Storie di Huntington

Giuseppe

Corea di Huntington, non ne sapevo niente fino agli anni ’90. Un giorno mi fanno presente che mio cognato l’aveva e da lì e’ incominciata l’avventura. All’inizio l’avevo presa come una malattia come altre, tutti eravamo digiuni sui reali effetti. Poi, con il passare del tempo e avendo piu’ notizie, ho iniziato a metabolizzare questo “Ballo di S. Vito”.

Iniziano i primi vacillamenti, la moglie (sorella di mio cognato) i figli. Inizia il rapporto piu’ vicino a mio cognato, poiche’ si sentiva piu’ protetto dalla mia vicinanza. Iniziano le conoscenze con altri ammalati. La rabbia mi prendeva sempre di piu’. L’unico modo per addolcirla era di far vivere un po' meglio mio cognato, con il pensiero verso mia moglie, figli, nipoti. Poi la batosta, mia moglie, poi dopo mio nipote. Rabbia interna ancora maggiore, pero’ non perdevo il pensiero verso gli altri e questo mi ha fatto andare avanti fino ad oggi.

La tristezza e’ di sentirsi impotenti, vorresti mangiare il mondo, ma ti rendi conto che la Bestia non perdona, e allora vai avanti cercando di interessarti agli altri con il pensiero di alleviare un poco il loro cammino.

Giuseppe - Storie di Huntington